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In questi giorni mi è capitato di trattare con diverse persone il tema della rabbia.
Chi si rivolge a me come Psicoterapeuta chiede spesso un aiuto per gestire meglio questa emozione.
Spesso si ha timore di quello che si prova, ci si sente in balia di essa e si teme di far male a sè o agli altri.
La rabbia è un sentimento primordiale e porta all’istinto di difendersi per sopravvivere all’ambiente in cui ci si trova.
Successivamente l’ambiente potrebbe diventare ostile, e a questo punto si manifesta la rabbia, che non sarà più adattiva, ma disadattiva perché crea malessere.
In linea generare si può parlare di una rabbia disadattiva, disfunzionale o patologica, quando crea sofferenza individuale, oppure compromette le relazioni sociali e spinge a compiere azioni dannose verso persone o cose o se stessi.
Ecco perchè frequentemente ci si sfoga su oggetti, esempio dare un pugno al muro, al cuscino, rompere qualcosa, o ci si aspetta che gli altri modifichino il loro comportamento per non farci arrabbiare.
La rabbia spesso cela sentimenti di insicurezza, timore del giudizio e un modi di approcciarsi alla vita Bianco/Nero, senza sfumature.
In altri casi, la rabbia non è una emozione negativa; da piccoli è adattiva e anche da adulti potrebbe esserlo incanalandola in attività alternative a quelle del bisogno che ci viene negato.
Si incrementa il nostro benessere e non rimaniamo incastrati in questa emozione.
Nell’articolo qui sotto vediamo, grazie a studi sperimentali, quale sia un modo efficace di gestire questa emozione e scoprirete che non è ciò che pensate.

La rabbia: un’emozione primordiale a volte adattiva a volte disfunzionale!